Le tecniche, che ancora non conosci, per superare le conseguenze di un fallimento

In questo articolo, vorrei mettere in risalto lo stato in cui manager e imprenditori, cadono, dopo essere andati incontro ad un fallimento, che ne ha destabilizzato completamente il modo di vivere.

Nella mia carriera, ho incontrato liberi professionisti o manager che, dopo aver fatto carriera e avuto tutti i riconoscimenti e gratificazioni dalle aziende per cui collaboravano o lavoravano, hanno deciso di intraprendere il grande passo di diventare essi stessi degli imprenditori.

Purtroppo, quando tale passo non va per il verso giusto, in alcuni casi le conseguenze sono veramente critiche, infatti quando si è abituati a certi standard di vita e si finisce improvvisamente per perdere tutto improvvisamente, dare un senso alla situazione è veramente difficile.

Questo accade sia perché con il proprio gesto si è messa a repentaglio la sicurezza economica delle persone che vivono intorno a noi e quindi ciò ci porta a sentire un forte senso di colpa e fallimento, sia perché reinventarsi di nuovo sul mercato del lavoro e adattarsi a situazioni economiche, che prima non si sarebbero neanche prese in considerazione, demotiva e umilia la persona.

Nei casi che ho seguito, per fortuna, gli ex imprenditori falliti avevano trovato una nuova collocazione, anche se non la consideravano come una nuova opportunità per risalire, ma come un masso da portare sulle proprie spalle, fino alla pensione.

 

In tali casi la persona presenta tratti depressivi, non si prende più responsabilità che un tempo si sarebbe presa con estrema facilità, tende a rimandare le cose e soprattutto non ha più il piacere di fare le cose che un tempo le davano piacere.

In questi casi, le manovre terapeutiche che hanno sortito effetti positivi su queste persone sono due.

Queste tecniche hanno dato loro la forza di ricominciare a rimettersi in gioco con una nuova energia:

1) ho chiesto loro di prendersi uno spazio ogni giorno fino al prossimo incontro e narrare per iscritto, lo splendore dei disastri realizzati.

2) domandarsi ogni giorno come potrebbero, attraverso pensieri o azioni messi in atto volontariamente peggiorare ulteriormente la loro disperata situazione.

Queste due tecniche, messe a punto dal professor Giorgio Nardone, sortiscono i seguenti effetti:

  • narrare ripetutamente i disastri realizzati, fa vedere le cose con più lucidità e ci si può rendere conto che il fallimento è stato dovuto a circostanze che non si potevano prevedere con precisione: questo allevia un po’ il senso del fallimento.
    Oppure le colpe avute non sono più cosi grandi, dolorose, e insopportabili come lo sono state fino a quel momento, ed è come se si mettesse il passato al suo vero posto, ovvero nel passato.
  • peggiorare volontariamente la situazione ( stratagemma terapeutico che si basa su un’antica logica cinese, che dice che, per drizzare una cosa, bisogna imparare tutti i modi per storcerla di più) focalizza l’attenzione del soggetto su quei comportamenti che se messi in atto, peggiorerebbero la situazione.

Spesso il manager o il libero professionista in questione si rende conto che li sta già mettendo in atto ogni giorno e, avendo la consapevolezza che portano ad un peggioramento, il soggetto tende a bloccare questi comportamenti, sostituendoli con altri più funzionali.

Dall’altra parte, anche il fatto di sentirsi alleggerito dal senso di fallimento, permette al soggetto di bloccare tutti i comportamenti peggiorativi, sostituendoli con comportamenti più funzionali.

Questi professionisti quindi hanno ritrovato in questo modo la giusta energia per risollevarsi dalla situazione in cui erano cadute, ricostruendo un successo e una dignità lavorativa.