- 25/02/2017
- Posted by: fdawebmaster
- Categoria: coaching, Consulenza, Public Speaking
Scopri in soli 30 minuti al giorno come puoi imparare a smettere di arrossire e di preoccuparti prima della tua presentazione.
Hai preparato la tua presentazione, sei pronto per il tuo discorso, è un’occasione importante e hai curato tutto nei minimi dettagli.
Conosci i tuoi interlocutori, hai studiato la platea e hai scelto le parole migliori per catturarne l’attenzione: è tutto pronto, anche tu sei pronto e a breve sentirai il riverbero della tua voce nel microfono.
Proprio pensando a questo cominci ad agitarti, ti stai preoccupando e un lieve rossore ti pervade il viso: cerchi di calmarti e più cerchi di farlo più ti agiti.
Questa situazione ti è familiare?
Nella mia esperienza professionale, ho incontrato casi in cui la paura di arrossire o di parlare in pubblico era accompagnata anche da una forte componente psicofisiologica, che spesso portava al panico.
Alcuni manager o imprenditori, non riuscendo più a gestire situazioni in cui esporsi parlando in pubblico, avevano iniziato ad evitare completamente tali esposizioni diventate per loro terrorizzanti.
A questa persone, ho chiesto di immergersi ogni giorno per 30 minuti nelle loro peggiori fantasie inerenti tali situazioni, in un luogo, spesso rappresentato dalla camera da letto, dove nessuno poteva disturbarli.
Tale tecnica paradossale, messa a punto dal professor Giorgio Nardone, ha l’effetto di azzerare le reazioni psicifisiologiche associate alla paura.
Il soggetto, durante la mezz’ora in cui si impegna a pensare volontariamente a tutte le sue paure, scopre in maniera del tutto sorprendente che più cerca la paura, più finisce per rilassarsi (la tecnica delle mezz’ora di peggiori fantasie, è la tecnica base per la risoluzione degli attacchi di panico).
Dopo aver guidato questi professionisti a scoprire tale effetto, ho chiesto loro, nei giorni in cui dovevano esporsi a queste situazioni che da tempo evitavano, di procedere con la tecnica della mezz’ora prima di esporsi in pubblico.
Dopodichè ho indicato due vie:
• Se al momento dell’esposizione si sentivano del tutto tranquilli di andare avanti in ciò che dovevano fare
• Se persisteva una qualche difficoltà di dichiarare la loro difficoltà, con frasi del tipo: mi scuso con voi, ma probabilmente nel corso del discorso finirò per arrossire o per bloccarmi.
Come hai letto nel post che ho condiviso su Facebook (lo puoi trovare a questo link), tale manovra terapeutica (dichiarare il proprio perturbante segreto), messa a punto dal professor Giorgio Nardone, ha l’effetto di abbassare ancora di più l’ansia del soggetto.
Questo accade perché la persona dichiara in anticipo ciò che potrebbe succedere, e avendolo già dichiarata, non teme più cosi tanto tale possibilità.
Di conseguenza diminuiscono notevolmente le possibilità che ciò che è temuto possa verificarsi.
Inoltre, dichiarare una propria debolezza in pubblico, ha l’effetto di predisporre gli altri in maniera positiva, in quanto, una persona che è in grado di dichiarare pubblicamente i propri limiti, risulta essere una persona forte.